Innsbruck 2018, le dichiarazioni degli azzurri
La prova in linea uomini élite di Innsbruck 2018 ha confermato la recente idiosincrasia italiana con gli appuntamenti Mondiali. A secco da dieci anni esatti, con l’anniversario del sigillo di Alessandro Ballan a Varese caduto proprio ieri, gli azzurri hanno provato a controllare la corsa oggi nelle ultime due tornate, facendo però i conti con la giornata no di un Vincenzo Nibali comprensibilmente non al meglio e che ha perso le ruote dei migliori lungo l’ultima ascesa alla salita di Igls. A quel punto è salito in cattedra Gianni Moscon, che prima si è inserito in un’azione interessante nel chilometro conclusivo della scalata e poi ha giocato le proprie carte nel durissimo muro di Gramartboden quando si è arreso soltanto nel finale al forcing impresso da Michael Woods (Canada), perdendo le sue ruote e quelle di Alejandro Valverde (Spagna), poi laureatosi campione del mondo, e Romain Bardet (Francia). Per il trentino del Team Sky è maturato un quinto posto che sa di garanzia per il futuro ma che lascia un pizzico d’amaro in bocca, prolungando così un digiuno da medaglia che raggiunge la doppia cifra.
Nel dopogara si sono succeduti gli interventi degli azzurri ai microfoni di Raisport. Il primo ad intervenire è stato Domenico Pozzovivo, giunto 21° al traguardo: “È stata una corsa dura e tirata nel circuito. Personalmente non ero nella miglior giornata, soffrivo abbastanza il ritmo in tutti i giri. Ero u po’ al limite, speravo di essere più utile a Moscon ma le gambe erano quelle che erano”. Giornata decisamente positiva è stata invece quella vissuta da Alessandro De Marchi, prezioso in avanscoperta e nel finale, quando ha tirato a lungo per permettere di rientrare sul danese Michael Valgren: “Ci siamo sacrificati tutti e abbiamo svolto il compito che avevamo alla perfezione. La gara si è decisa sullo strappo, è stata una gara strana ed è diventata dura anche se non ci sono state azioni eclatanti. Su questo tracciato ti spegnevi in un attimo e potevi perdere o azzeccare la corsa in un attimo. Per me è stata impegnativa, sono arrivato sotto al muro cercando di chiudere su Valgren e riportare sotto Moscon. Con un’azione di troppo ti sfinivi, bisognava fare i conti con questo. Anticipare era rischioso”.
Franco Pellizotti e Damiano Caruso spostano invece l’attenzione sul futuro. Inizia il più anziano del gruppo, alla sua prima partecipazione iridata: “Questo quinto posto lascia un Moscon che sicuramente nei prossimi anni potrà ambire alla maglia iridata. Abbiamo cercato di fare il massimo, è venuta una corsa difficile. C’è sempre stato un ritmo alto in salita e non si è riusciti a fare la differenza. Ha vinto un ragazzo che se lo merita più degli altri. Noi speravamo di vincerlo, però penso che in gruppo che abbia vinto Valverde siano contenti tutti. Per lui è il coronamento di una carriera splendida”. Così, invece, il siciliano: “Abbiamo provato a fare la differenza, cercare di portare via un gruppetto. Abbiamo corso bene, non è venuto il risultato pieno ma abbiamo trovato un bel talento che in futuro ci farà vedere grandi cose. Per il problema che ha avuto Vincenzo Nibali normalmente la gente resta a casa sei mesi, mentre lui si è messo in discussione e questo dimostra anche oggi il campione che è. Non dobbiamo certo dargli addosso”.
Completa il quadro degli interventi Gianluca Brambilla, entrato in azione nella penultima tornata: “È stata una gara veloce e dura, dal primo all’ultimo elemento della nazionale abbiamo lavorato alla grande tenendo coperta la corsa e riuscendo a stanare la Spagna con gli scatti miei e di Caruso. Una volta finito il nostro lavoro se la sono giocata gli altri, il quinto posto di Moscon ci fa ben sperare per il futuro e ripaga di una giornata lunga e dura”.
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